Dentro la Moldavia – Un reportage dalla capitale più isolata d’Europa

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Francesco Imperatore - HOBOOKATO

7/29/20252 min read

Atterrare a Chișinău è come premere pausa sull’Europa occidentale. Niente caos aeroportuale, nessun treno ad alta velocità. Solo un taxi sgangherato che ti lancia verso il centro tra buche e palazzoni. Benvenuti nella capitale meno visitata d’Europa.

La prima cosa che vedi sono le Torri della Porta della Città: due colossi gemelli alti 70 metri, incastrati tra cemento e malinconia sovietica. Erano il simbolo della modernità moldava, al punto da finire sui francobolli. Oggi sembrano più un promemoria di ciò che non è stato.

Poi c’è l’Arco di Trionfo, piccolo, ma con pretese. Commemora la vittoria russa sui Turchi, e un tempo custodiva una campana fusa con i loro cannoni. Il tocco finale? Un orologio austriaco che segna il tempo da decenni, anche se nessuno lo guarda più.

Dietro l’arco si nasconde la vera meraviglia: la Cattedrale della Natività, elegante e severa, costruita a croce greca. Ha visto di tutto: guerre, occupazioni, e persino l’epoca in cui fu trasformata in sala da concerti sovietica. Oggi è tornata al suo ruolo originale, anche se resta il dubbio su quale versione sia più autentica.

Per una boccata d’aria, c’è il Parco Stefan cel Mare, chiamato dai locali “il Parco degli Amanti”. Panchine, ghisa e 130 anni di alberi, alcuni più stabili della politica del paese. Il vero gioiello è il Viale dei Classici: una sfilata di busti di intellettuali moldavi e romeni. Nessuno li fotografa, ma tutti ci passano davanti con rispetto.

Chi cerca una sintesi della storia moldava dovrebbe puntare dritto al Museo Nazionale. Appena entri, ti accoglie una replica della Lupa Capitolina – chiaro messaggio: la Moldavia si sente (anche) romana. Dentro, trovi tutto: dalla preistoria agli zar, passando per i soviet e le crisi moderne. Nessun filtro Instagram, solo realtà.

Ma è al Mercato Centrale che la Moldavia mostra la faccia vera. Tra bancarelle sgangherate e venditori che urlano in russo, rumeno e dialetto, trovi di tutto: salumi appesi, elettronica sfondata, pesci vivi che guizzano nei secchi. È caotico, scomodo e magnifico.

Chișinău non è bella. Non nel senso classico. È dura, spigolosa, contraddittoria. Ma se la sai leggere, è una città che parla.

E se vi sembra poco, fuori dalla capitale ci sono cantine sotterranee da due milioni di bottiglie (Milestii Mici, sì, record mondiale), castelli dimenticati, e villaggi dove il tempo si è fermato.

La Moldavia non vuole piacerti. Non fa niente per sedurti. E proprio per questo, quando te ne vai, ti resta addosso.

Scritto da Francesco Imperatore - HOBOOKATO

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E se siete arrivati fin qui, e vi è venuta voglia di scoprire la Moldavia...

non servono guide patinate o tour organizzati. basta un po' di curiosità, qualche contante in tasca e il coraggio di uscire dai radar. Qui a destra c'è il mio video. il resto sta a voi.